giocherà in finale ai China Open contro Tien


Battuto De Minaur, Sinner vola in finale a Pechino. Il n.2 del tennis si è imposto sull’australiano 6-3 4-6 6-2. L’azzurro, n.2 del tennis mondiale, supera l’australiano  in tre set con il punteggio di 6-3 4-6 6-2. 

Ora, Learner Tien, lo statunitense, di 19 anni e numero 52 Atp, si giocherà il titolo contro Sinner, dopo avere avuto la meglio in semifinale su Daniil Medvedev, costretto a ritirarsi al terzo set. Il russo, numero 8 del seeding e 18 del mondo, ha vinto il primo set 7-5, si è arreso nel secondo con lo stesso parziale, poi al terzo si è ritirato sul 4-0 per guai fisici.

 

 

 

Jannik Sinner e Alex De Minaur (gettyimages)

18/02/2024

Accolti da applausi fragorosi sia Sinner che de Minaur. Poi la partita, e la “pratica de Minaur”, per l’11a volta, è chiusa da Jannik ma non con scioltezza.

I due giocatori

Freddo, apparentemente di ghiaccio ma sentimentale e potente, intenso, ed in un momento difficile: è Jannik Sinner, che si trovava davanti l’australiano, veloce determinato ma anche “fumantino” (ruppe una racchetta proprio dopo aver perso il match point con il campione azzurro, nel 2024, in coppa Davis). In palio l’accesso alla finale degli Atp 500 di Pechino, ma anche i punti da rosicchiare per risalire la china fino alla prima posizione Atp, al momento saldamente in mano al suo “nemico” storico, Alcaraz

Sinner-De Minaur, una semifinale che scotta
 

Jannik Sinner contro Alex de Minaur, tennis Cina Open a Pechino, Cina

Jannik Sinner contro Alex de Minaur, tennis Cina Open a Pechino, Cina (Ansa)

Il sofferto gioco di Jannik
La “sofferenza” di Jannik alla ricerca delle soluzioni per rendere il suo gioco più imprevedibile, si era vista tutta, contro Marozsan ha rastrellato solo 12 punti nel primo set, ma nel secondo il quadro è cambiato. Una prestazione comunque da leone, senza scampo per il rivale in campo. Il tennista altoatesino ha continuato a sperimentare, mancando più occasioni per strappare il servizio e subendo un break al nono game, prima del contro break e dell’allungo sul 7-5. Però, rispetto almeno ai suo standard altissimi di gioco, la sofferenza c’è stata. 

Il servizio, l’aggressività: i punti dolenti del gioco 
A elencare i motivi per cui non è soddisfatto della prestazione di ieri, è stato lo stesso Sinner, sempre sincero e critico sulle sue prestazioni: “Ho faticato a tenere il servizio, più di una volta sono andato sotto 0-30. Ma nel complesso sono soddisfatto della mia tenuta mentale”, ha spiegato Sinner, dopo la vittoria sull’ungherese Fabian Marozsan per 6-1 7-5, in un’ora a 20 minuti. 

“Ho provato a essere aggressivo dal fondo e ad andare un po’ a rete, ma giocavamo velocissimi ed era difficile”, ha dettto il n.2 del ranking.

Jannik Sinner contro Alex de Minaur, tennis Cina Open a Pechino, Cina

Jannik Sinner contro Alex de Minaur, tennis Cina Open a Pechino, Cina (Ansa)

Sperimentare: la chiave 
Il tennista altoatesino ha continuato a sperimentare, mancando più occasioni per strappare il servizio e subendo un break al nono game, prima del contro break e dell’allungo sul 7-5. “Onestamente, credo non si debba fare sempre punto con le smorzate. A parte il fatto che non sono a quei livelli lì.”

Chi è Alex de Minaur: il “folle” indemoniato con la racchetta
L’avversario di Sinner a Pechino ha un profilo estroso, come idolo Roger Federer, un tatuaggio sul petto per la Coppa Davis, il “demone” Alex de Minaur si giocherà la semifinale all’Atp 500 di Pechino colpo su colpo, palla su palla senza mollare un attimo, questo è certo. Cocenti le sconfitte precedenti con Jannik. 

Classe 1999 e numero 8 del ranking Atp, non poco, l’australiano è approdato alla penultima fase del torneo dopo il ritiro di Mensik ai quarti di finale.

alex de minaur

alex de minaur (Ap)

21/11/2024

Carriera di de Minaur
Inizia a giocare a tennis a quattro anni. Due volte finalista alle Next Gen Atp Finals, ha conquistato 10 titoli nel circuito maggiore, incluso l’ATP 500 di Acapulco nel 2023 e 2024. Nei tornei del Grande Slam, al massimo ha raggiunto i quarti di finale. Il suo ranking migliore è stato la sesta posizione, raggiunta nel luglio 2024. 
 

ATP 500 Pechino, Sinner vs Marozsan

ATP 500 Pechino, Sinner vs Marozsan (ansa)



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Jannik Sinner batte De Minaur in tre set (6-3; 4-6; 6-2) e va in finale all’Atp di Pechino per la terza volta di fila, trova Tien. «Ma ho avuto problemi intestinali»


Sinner più lucido di fatica e crampi: «Partita diversa dal solito, ma ho tenuto e sono contento». E ora la finale

(di Marco Calabresi) Dopo 21 set persi consecutivamente, Alex De Minaur è riuscito a portare Jannik Sinner al terzo, ma la miglior versione dell’australiano non è bastata neanche stavolta. Sinner (che ha chiuso 6-3 4-6 6-2) giocherà per il terzo anno di fila la finale a Pechino, sarà la settima in otto tornei nel 2025 (ha mancato l’appuntamento solo a Halle) e la trentesima in carriera (20 vittorie e 9 sconfitte il bilancio).

Per la seconda volta durante l’Atp 500 nella capitale cinese (era già successo contro Atmane), Jannik è stato trascinato al set decisivo: altre due ore e 20′ in campo anche oggi, un dolore al gluteo subito smaltito e un principio di crampi al momento di servire per il match. La fatica si è fatta sentire, ma la lucidità è stata ancora maggiore, grazie a una prima di servizio al 62% ma con un’efficienza dell’85%. Tra Sinner e il titolo, domani alle 8, uno tra Daniil Medvedev (contro cui, proprio a Pechino, vinse per la prima volta dopo sei sconfitte di fila) o il giovane americano Learner Tien, che ieri ha approfittato del ritiro di Lorenzo Musetti.

«È stata una partita di grande livello – l’analisi di Sinner -, con tanti grandi scambi. Io ho avuto le mie chance nel secondo set ma lui ne ha avute di più.  È stato un match molto equilibrato, in cui ho provato ad alzare il livello nel terzo set, ma in generale è stata una partita molto diversa dal solito. Lui ha servito e risposto bene, ma ho servito bene anch’io, anche perché Alex è un giocatore che si muove in maniera molto veloce sul campo. Ho cercato di rimanere concentrato e di non perdere troppe energie mentali, anche perché non ho avrò giorni di riposo ma solo una notte per recuperare. In finale, però, c’è molta più adrenalina e non vedo l’ora di giocare». 

De Minaur è cliente scomodissimo nonostante le dieci vittorie di fila di Sinner diventate 11: è il giocatore che ha vinto di più sul cemento quest’anno (34 partite, seguono a 33 Alcaraz e Fritz, protagonisti oggi della finale a Tokyo). Sinner lo ha capito subito, privilegiando il suo gioco tradizionale e senza ricorrere troppo ai cambiamenti che si è ripromesso dopo aver perso a New York: è sceso a rete con una volée di rovescio sulla quale è stato passato da «Demon», ma ha risposto con un due giocate straordinarie e una combo servizio+diritto, i primi tre di otto punti consecutivi che sono valsi il break sul 4-2. Jannik si è poi concesso un attimo di pausa nel suo gioco, ha concesso le prime due palle break della partita, le ha annullate e poi ha chiuso 6-3.

Due turni di battuta tenuti a zero a inizio secondo set, ma Sinner ha iniziato a concedere qualcosa dal punto di vista fisico: De Minaur ha allargato le braccia dopo aver sbagliato un rovescio quasi in segno di resa, ma è proprio in quei momenti che Jannik ha iniziato a toccarsi il gluteo, lo stesso muscolo che ieri era stato fatale a Musetti. E così le palle break (tre) le ha avute De Minaur nel sesto game, annullate con le prime di servizio, la terza addirittura con l’ace a mettere una pezza su qualche sbavatura. De Minaur ha poi dovuto mettere tutto se stesso per cancellare la palla break nel settimo game al termine di uno scambio massacrante che ha lasciato Sinner in ginocchio, annullando anche la seconda, e lo stesso Sinner ne ha dovute disinnescare altre tre nell’ottavo game (alla fine saranno 11 su 12) sempre grazie all’aiuto del servizio. Bene la battuta, meno il resto: un rovescio sul nastro ha dato il set point all’australiano, trasformato con un diritto all’incrocio delle righe.

La partita si è complicata, ma Sinner è stato bravissimo a riportarla subito dalla sua parte: break a zero nel game di apertura con un lungolinea di rovescio, tre palle dell’1-1 annullate (la terza addirittura con la seconda), altro break sul 3-0, con Jannik che dopo due ore ha giocato il primo serve and volley e nel sesto game la prima palla corta. Meglio badare al sodo, anche perché al momento di servire per il match sono iniziati ad arrivare anche i crampi, quindi era il momento di chiudere.



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